LA CEFALEA A GRAPPOLO
A cura del dr. G. Vitale - Algologo
La cefalea a grappolo è una condizione caratterizzata da un intenso dolore unilaterale della testa, cioè localizzato su un solo lato del capo. Gli attacchi dolorosi associati a questa forma di cefalea primaria si verificano regolarmente, con carattere periodico: le fasi attive durano da settimane a mesi e si alternano a lunghi periodi di remissione spontanea, privi di dolore.
Tali fasi attive vengono chiamate "grappoli" (o "cluster"), proprio perché gli attacchi sono frequenti e ravvicinati (si verificano ad intervalli di tempo piuttosto brevi), e tendono a presentarsi in determinati periodi del giorno e dell'anno.
I singoli episodi di cefalea a grappolo possono durare da 15 minuti a tre ore (nella maggior parte dei pazienti hanno durata inferiore ad un'ora); il disturbo si può manifestare con una crisi ogni due giorni o con più attacchi nell'arco delle ventiquattr'ore. Benché vi siano numerose ipotesi, l'eziologia è tuttora ignota.
La cefalea a grappolo è meno diffusa rispetto alla cefalea di tipo tensivo e all'emicranea, ma rappresenta comunque la terza tipologia più comune di cefalea primaria.
A differenza delle altre due forme, però, colpisce più frequentemente gli uomini e non è chiaro se la predisposizione genetica svolga un ruolo importante nella sua comparsa.
I trattamenti possono contribuire a rendere le fasi attive della cefalea a grappolo più brevi e meno gravi.
Le forme di cefalea a grappolo
Si distinguono due forme di cefalea a grappolo:
La forma episodica, si verifica quando il grappolo dura da sette giorni ad alcuni mesi, con intervalli liberi da malattia superiori a due settimane.
La forma cronica, occorre quando gli attacchi si presentano ogni giorno per più di un anno consecutivamente, senza significativi intervalli privi di dolore. Circa il 10% dei casi di cefalea a grappolo sono cronici.
Cause possibili di cefalea a grappolo
L'intenso dolore insorge a seguito dell'eccessiva dilatazione dei vasi sanguigni intra cranici, che esercitano pressione sul nervo trigemino. Le cause della cefalea a grappolo non sono state ancora completamente chiarite, esistono però alcune ipotesi:
Nota. La cefalea a grappolo non è causata da una condizione cerebrale sottostante, come un tumore o un aneurisma, per questo motivo va effettuata una RMN con mezzo di contrasto.
Fattori scatenanti
I principali fattori scatenanti nella cefalea a grappolo sono:
Il consumo di bevande alcoliche (favorirebbero una possibile azione di squilibrio chimico dell'ipotalamo);
Il fumo di sigarette;
Lo stress e le emozioni intense;
L'alterazione dei ritmi sonno-veglia;
Alcuni farmaci (esempio: nitroglicerina, farmaci antianginosi utilizzato nei pazienti affetti da cardiopatie ischemica.
Sembra che questi fattori agiscano nella fase attiva della malattia, cioè durante il periodo delle crisi dolorose (il grappolo), e non in fase di remissione (fra un grappolo e l'altro). Inoltre, è da segnalare che la cefalea a grappolo tende a comparire con maggiore frequenza durante il periodo di cambiamento climatico, soprattutto in primavera e in autunno. Gli attacchi si presentano, comunque, con frequenza, durata e intensità estremamente variabili da persona a persona.
La fascia d'età più colpita è quella compresa tra i 20 e i 50 anni. Apparentemente le classi economiche più colpite sono quelle medio-alte e la maggior parte dei pazienti sono fumatori.
Sintomi della cefalea a grappolo
La cefalea a grappolo causa un dolore di estrema intensità. Gli attacchi non possono essere previsti e raggiungono generalmente il loro pieno vigore entro cinque o dieci minuti dopo l'inizio.
Tipo di dolore. Il dolore della cefalea a grappolo è quasi sempre unilaterale (colpisce sempre un solo lato della testa) e nel corso di un attacco rimane strettamente sullo stesso lato. Quando si verifica un nuovo episodio di cefalea a grappolo, raramente si verifica sulla parte opposta della testa.
Intensità del dolore. Il dolore di una cefalea a grappolo è generalmente molto intenso e grave ed è spesso descritto come di tipo trafittivo e lancinante. Può essere episodico o costante. Nel corso di un attacco intenso, la maggior parte delle persone si sentono inquiete e frustrate: per cercar sollievo, queste sono portate a muoversi, a camminare avanti e indietro e a premere il lato sofferente della testa con le mani o oggetti. La posizione coricata peggiora il dolore e, a volte, prolunga l'attacco.
Localizzazione del dolore. Il dolore è localizzato intorno all'occhio e allo zigomo, con possibile irradiazione alla tempia, alla mandibola, al naso, all'arcata dentaria o al mento. In alcuni casi tutto il lato del cranio è colpito dal dolore, coinvolgendo addirittura il cuoio capelluto.
Durata del dolore. L'attacco di cefalea a Grappolo inizia senza preavviso e raggiunge rapidamente la massima intensità nel giro di 5-10 minuti. Un singolo episodio può durare da 15 minuti a tre ore (ma spesso meno di un'ora), per poi diminuire improvvisamente, come è cominciato, con una rapida diminuzione di intensità, fino a scomparire del tutto. Dopo gli attacchi, la maggior parte dei pazienti sono completamente liberi dal dolore, ma esausti.
Frequenza di mal di testa. La cefalea si verifica periodicamente: di solito occorrono da 1 a 3 attacchi al giorno (fino a otto attacchi quotidiani). Questi episodi si verificano ogni giorno per diverse settimane o mesi e sono seguiti da un periodo privo di mal di testa. Può durare per mesi o anni (la media è di un anno). In molti casi, la cefalea a grappolo si presenta nello stesso momento della giornata, soprattutto fra le nove di sera e le 10 del mattino, prevalentemente durante la fase di sonno Rem (Rapid Eyes Movement).
Altri sintomi della cefalea a grappolo
Il caratteristico dolore alla testa può essere associato ad altri sintomi ben definiti, come:
Senso di agitazione;
Lacrimazione e congestione congiuntivale;
Blefaroptosi (abbassamento della palpebra superiore);
Miosi (contrazione della pupilla);
Comparsa di edema palpebrale;
Blefaroptosi (abbassamento della palpebra superiore);
Rinorrea e congestione nasale;
Fotofobia (sensibilità alla luce) e fonofobia (avversione ai rumori);
Congestione del volto ( arrossamento del volto ).
A differenza dell'emicrania, la cefalea a grappolo non si accompagna quasi mai a nausea o vomito.
Cefalea a grappolo: diagnosi
La diagnosi della cefalea a grappolo è relativamente semplice si basa sulle caratteristiche del tipo di dolore (per posizione ed intensità) e con un preciso modello di attacco (frequenza e durata). Se l'esame fisico è eseguito durante un episodio di cefalea a grappolo, è possibile evidenziare, talvolta, la sindrome oculo pupillare di Bernard-Horner (abbassamento unilaterale della palpebra, restringimento della pupilla ecc.). Questi sintomi non sono generalmente presenti in altri momenti. Non è disponibile alcuna prova che possa fornire una conferma diagnostica, ma il paziente, talvolta, è sottoposto ad ulteriori indagini per escludere altre cause che possono stare alla base della cefalea o per ricercare condizioni patologiche più gravi. Ad esempio:
La tomografia compiuterizzata (TAC) e la risonanza magnetica nucleare con mezzo di contrasto, consentono di escludere le lesioni a sviluppo espansivo benigne o maligne, come un adenoma ipofisario, una neoplasia cerebrale, aneurisma.
La puntura lombare, tecnica che prevede l'estrazione del liquido cefalorachidiano viene eseguita per ottenere la diagnosi differenziale rispetto a condizioni come un'infezione, una meningite ecc.
Blefaroptosi (abbassamento della palpebra superiore);
Diagnosi differenziale. Il medico deve escludere una serie di altre cause che provocano manifestazioni simili alla cefalea a grappolo, come:
Emicrania cronica parossistica: condizione simile alla cefalea a grappolo, ma gli attacchi sono molto più brevi (spesso della durata di pochi secondi);
Sinusiti, si presenta con dolore al volto, localizzato nelle stesse zone della cefalea a grappolo, ma non si manifesta con carattere episodico..
Terapia della cefalea a grappolo
L'obiettivo del trattamento è quello di contribuire a ridurre la gravità del mal di testa, abbreviarne la durata e prevenire i futuri attacchi. Il dolore associato alla cefalea a grappolo può presentarsi improvvisamente e può placarsi entro breve tempo, quindi gli antidolorifici come l'acido acetisalicilico il paracetamolo o l'ibuprofene non sono efficaci, poiché il disturbo può scomparire prima che il farmaco eserciti il suo effetto terapeutico. Per questo motivo, la cefalea a grappolo può essere gestita con una terapia farmacologica specifica, che può essere di due tipi:
Terapia di attacco, per alleviare la cefalea a grappolo. I trattamenti di maggior successo prevedono la somministrazione di sumatriptan (Imigran o di altri triptani, i quali riescono ad agire sul dolore entro 10-15 minuti.
Anche l'inalazione di ossigeno puro, attraverso una maschera per circa 15 minuti, è una misura che si è rivelata davvero efficace per alleviare la cefalea a grappolo.
Altre opzioni per il trattamento sintomatico ad azione rapida includono: lidocaina intranasale (con effetto anestetico locale) e diidroergotamina (antidolorifico efficace contro gli attacchi acuti della cefalea a grappolo).
Terapia profilattica, per prevenire gli attacchi di cefalea a grappolo. I farmaci preventivi possono essere prescritti per ridurre la frequenza e la durata degli attacchi, nonché diminuire l'intensità del mal di testa. Sono inseriti in un protocollo terapeutico che inizia con l'esordio della cefalea a grappolo e che deve proseguire per l'intero periodo in cui questa occorre. I trattamenti preventivi devono essere somministrati solo sotto la guida e l'attento controllo di uno specialista.
Alcuni farmaci utilizzati nella prevenzione della cefalea a grappolo includono: verapamil (calcio-antagonista, agisce sulla pressione sanguigna); carbonato di litio (adottato per la forma cronica); valproato di sodio (anticonvulsante); prednisone (antinfiammatorio steroideo, solo per trattamenti preventivi a breve termine).
Raramente, per i pazienti con forma cronica e refrattari al trattamento farmacologico, può essere consigliato un intervento chirurgico, che comporta la parziale inibizione della conduzione del dolore mediata dal nervo trigemino.
Posso esserti utile?
E' impensabile che un dolore fisico provato per anni non sia in grado di creare alterazioni anche a livello mentale ed emozionale. Se hai un dolore cronico che dura da mesi, cosa aspetti a prenotare una visita?